Colore giallo paglierino con riflessi verdognoli. Al naso presenta un raro equilibrio nei profumi, nel quale la delicatezza dei fiori bianchi si sposa perfettamente con i sentori della frutta tropicale; si evidenzia anche una spiccata nota aggrumata di buccia di lime e pompelmo. Al palato emerge la nota acida del vitigno Erbamat, che appare come tratto distintivo di questo vitigno. Buona persistenza e finale minerale. In bocca una freschezza altalenante, su e giù sul frutto, assieme alla percezione salina. Chiusura su ritorni di buccia di agrume, che rendono il sorso asciutto e piuttosto elegante. Si tratta di un vino senza Denominazione Franciacorta, perchè ottenuto addizionando un 30% di Erbamat (oggi il disciplinare consente un massimo del 10%). L’uva viene pressata intera e la resa tendenzialmente non supera il 50%. La fermentazione e il successivo affinamento avvengono in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata. Successivamente i vini vengono mantenuti sulle fecce, fino all’arrivo della primavera successiva. Grazie al controllo delle temperature, non viene effettuata la fermentazione malolattica. L’affinamento in bottiglia secondo il Metodo Classico è di almeno 48 mesi. La riscoperta di questo vitigno può essere una buona occasione per valorizzare il territorio, infatti grazie agli elevati tenori di acido malico dell’Erbamat, la Franciacorta pensa di aver trovato “l’ingrediente” adatto a sopperire ai cali della freschezza degli spumanti, provocati dalle ultime estati torride. Il progetto di recupero dell’Erbamat è molto importante, perchè dimostra la visione futura del Franciacorta di Castello Bonomi, in un’ottica di continuità qualitativa che non può prescindere dall’innovazione e dalle strategie utili a contrastare i cambiamenti climatici. Un "semplice" Vsq ovvero un Vino spumante di qualità, ma un'etichetta tanto speciale da essere prodotta in quantità limitata, solo 800 bottiglie.